Il 6 aprile 1924, dopo più di un anno di governo Mussolini, in un clima di intimidazioni si svolgono nuove elezioni politiche: la legge maggioritaria assegna la maggioranza al "listone" governativo egemonizzato dai fascisti. Il deputato socialista Giacomo Matteotti denuncia i brogli e le violenze squadriste durante la campagna elettorale, e il 10 giugno viene rapito e ucciso. Mentre un'ondata di sdegno in tutto il Paese investe il nascente regime, i partiti democratici d'opposizione decidono di lasciare i lavori parlamentari per protesta.